giovedì 17 maggio 2007



..." il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. Le mutilazioni dei selvaggi sopravvivono tragicamente nella repressione del proprio io che deturpa la nostra vita. Siamo puniti per i nostri rifiuti. Ogni impulso che cerchiamo di soffocare fermenta nella nostra mente e ci avvelena. Il corpo pecca una sola volta e supera subito il peccato, perchè l'azione è un modo di purificarsi. Allora non rimane più nulla, salvo il ricordo del piacere, o il lusso di un rimpianto. L'unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi. Resisti, e la tua anima si ammalerà del desiderio delle cose che si è proibite, di passione per ciò che le sue stesse mostruose leggi hanno reso mostruoso e illegale. Si è detto che i grandi avvenimenti dell'umanità si sviluppano nel cervello. Ed è anche nel cervello che si verificano i grandi peccati dell'umanità..."

dal "ritratto di Dorian Gray" Oscar Wilde

1 commento:

Anonimo ha detto...

Soltanto quando la consapevolezza di sé stessi sarà così profonda e autentica da sfigurare gli aspetti umidi della razionalità, l'animo umano, i cui margini sono inclini ad una normale munificenza, tenderà a profanare il vecchio altare della cupidigia. Fino ad allora si imparerà a stento a sfuggire alle chele delle moderne isteresi.
Eppure, sembra proprio che sia la conoscenza della paura, quale categoria degli esseri, la chiave che apre due ante della stessa porta. Una manifesta la coscienza delle proprie azioni; l'altra, schiude il coraggio dei propri pensieri.